sabato 25 ottobre 2008

SIGNA INFERRE



I Sardi pelliti, chiusi nelle mastruke di pecora, inveiscono contro la doppia linea di milites romani schierati ordinatamente dinnanzi a loro nella pianura più in basso. Vengono strette le armi e gli scudi formano la testudo, vengono lanciati i dardi dei saggitarii e le iacule dei fanti, ed al comando PORRO i soldati della corte seconda di Sardi caricano gli indigeni rivoltosi.
Si concludono così le due intensissime giornate trascorse all'insegna della rievocazione romana nel parco di Monteclaro. Fra giochi gladiatori e spiegazioni sull'armamento e sullo stile di vita dei soldati romani, ha così termine Signa Inferre, manifestazione culturale d'altissimo livello che si spera di poter replicare nei prossimi anni per allietare le serate dei Cagliaritani rimasti in città. Nonostante la calura eccezionale del pomeriggio, il gruppo Memoriae Milites era presente sotto il sole cocente, in attesa che i primi ardimentosi interessati si facessero vivi. Tuttavia pochi hanno preferito disertare il mare nella mattinata, il boom infatti si è avuto verso le sei, complice anche la frescura serale, con quasi duecento persone accorse per seguire la battaglia. Forti di ben due altri gruppi di rievocazione storica dalla loro parte (la cohors III saggitarum di Sanluri e la Vexillatio legio III Augusta di Sassari) i Sardi romanizzati hanno deciso, con netta superiorità numerica, l'esito dello scontro. Al termine della battaglia, i Gruppi di rievocazione storica ( fratelli pelliti inclusi) hanno sfilato sotto gli applausi scroscianti della folla multicolore. Esattamente l'esito ottenuto il giorno precedente, in cui invece si sono replicati gli spettacoli fra gladiatori. Retiarii e secutores, Traci e Mirmillioni si son inseguiti in un arena improvvisata, e se le son date di santissima ragione per il piacere del pubblico. Deludente al proposito la reazione di alcuni spettatori, che hanno preferito allontanarsi perchè a loro giudizio lo spettacolo era "troppo violento". Salvo poi lasciare i figli a far macerare il cervello dinnanzi alla televisione, o perchè no, con in mano uno degli ultimi, violentissimi, videogiochi usciti sulla loro consolle preferita. Tanto l'importante è che i bambini stiano buoni. Se poi crescono ignoranti è un'altra questione.
Quanto alla manifestazione, c'è da sperare che se ne ripetano altre di questo tipo. Cagliari, città dalla storia antichissima merita questo tipo di manifestazioni. Le ricchezze archeologiche di cui dispone, unite al disinteressatissimo impegno dei reenactors daranno gran lustro alla città stessa, proprio ora che è diventata scalo fisso delle navi da crociera, zeppe di turisti interessati a vedere "qualcosa di nuovo".

Alessandro Atzeni.
Noto Lessà
08/08/08

venerdì 24 ottobre 2008

AD SIGNA MILITES



I soldati racchiusi dentro le fornaci degli elmi, costretti sotto il peso di roventi cotte di maglia, con il pila nella mano destra e lo scudo nella sinistra. Silenzio: viene dato "l'Ad Signa" ed i milites della Cohors Secunda Sardorum si allineano su due file, pronti per uscire dal castra Romano assediato dai Sardi Pelliti.
Quand'ecco, Pierluigi si gira e fa:
"O Luca, ci zacchiamo 300?"
Qualcosa non torna? ebbene si, non siamo nella Sardegna di 2000 anni fa, assediata delle legioni di Roma. Non fisicamente almeno. E tuttavia non ci vuole uno sforzo eccessivo per riportare indietro le lancette della storia: l'impegno dei realizzatori è stato elevatissimo, ed i risultati sono qui, alla portata di tutti, d'altissimo livello. Un accampamento Romano ricostruito ad Hoc, con vallo, controvallo e fosse irte di punte. La torretta di legno posta sopra il portone, due Gigantesche macchine d'assedio ai lati della palizzata, pronte ad impalare chiunque osi avvicinarsi. Un bambino, con timidezza, si avvicina ad un soldato interamente bardato e domanda ingenuamente: "come funziona questo signore?"
Certo non lesina termini Antonello Fadda, il realizzatore delle macchine d'assedio, che anzi, assieme alla spiegazione allega una prova pratica, con tanto di lancio di proiettili -inermi- oltre il campo.
Questo è il modo d'insegnare della Memoriae Milites.
è tutto un via vai di gente, di bimbi scalmanati e signore ben vestite. Ai banchetti si assiepano dozzine di visitatori e di curiosi, al centro, dei ragazzi focalizzano l’attenzione, spiegano le varie tipologie di elmi, le armi, i metodi di combattimento dell'esercito dell'antica Roma, ma non solo, vi è spazio anche per i colori e le tecniche pittoriche, gli animali ed i cibi che venivano serviti. "La rievocazione non è un gioco, si badi bene, è un modo di approcciarsi all'antichità in modo attivo. Molte scolaresche ci hanno fatto visita oggi, l'entusiasmo era percepibile negli occhi dei ragazzi...!" Dice entusiasta Luca Bernardini. Perchè è ovvio, la storia risulta molto più affascinante sotto questa veste, piuttosto che imparare a memoria una versione di latino su di un libro di scuola. Non si pensi che tutto questo sia una pagliacciata, una carnevalata, un modo per far festa senza che sia una data particolare nel calendario: dietro ogni mossa che viene praticata, dietro ogni strumento, vi è un accurata ricerca filologica. Vasi, mosaici, scritture, sculture, bassorilievi. Tutto è stato accuratamente letto, esaminato e riprodotto da questo gruppo di amanti della storia, che hanno messo a disposizione il loro tempo e le loro energie in modo assolutamente gratuito. 2000 Persone in 3 giorni di manifestazione. La partecipazione di 3 gruppi di rievocatori storici, tra arcieri, militi e Sardi pelliti. Ma un ringraziamento sopratutto a Massimiliano Schirru ed i suoi fratelli; senza di cui la manifestazione non sarebbe stata possibile.
Passa qualche ora, e ci spostiamo fuori dal campo, in attesa di vedere l'epico scontro tra Sardi dell'interno e conterranei "Romanizzati". "Uno vince di mattina, l'altro perde di sera... così non si scontenta nessuno!" dice qualcuno ridendo. Mentre l'impazienza sale, un gran rumore di trombe prorompe dal campo, i militi escono correndo in formazione, accolti da una folla trepidante. La schiera si allinea frontalmente su due file ed ecco: viene mostrata la testudo; con tanto di lancio di proiettili di legno da parte degli attaccanti. Segue poi la carica. I due fronti cozzano ed ondeggiano, i pelliti si accalcano contro il muro di scudi dai molteplici colori. Al comando MUTATE la formazione cambia. La prima fila, con i rincalzi dalle seconde linee. "era proprio questa la forza dell'esercito Romano" dice un signore con aria di chi la sa lunga. "accidenti, ma se le danno davvero!" esclama una signora con un tono leggermene preoccupato.
I bambini urlano e si dimenano, tifando ora questa fazione, ora l'altra. La battaglia alla fine termina. I morti, i vinti, sul campo, ed una cascata d'applausi per tutti. Perché l'unica vera vincitrice oggi è la storia.

Alessandro Atzeni
Noto Lessà.
30/05/08

mercoledì 22 ottobre 2008

Tempo di presentazioni



Benvenuto lettore.
Ho deciso di condividere con te i miei articoli, le mie osservazioni, le mie scelte.
Il tempo passato ad allenarmi e la gioia di poter combattere contro qualcuno che abbia la mia stessa passione.
Le emozioni provate nel leggere un passo del de bello gallico di Cesare o dell'anabasi di Senofonte.
La sensazione dei polpastrelli sulla liscia superficie del cuoio che avvolge lo scudo, del giavellotto stretto nel pugno o l'affilato sapore del metallo in bocca.
Il piacere di una stretta di mano dopo aver dato il meglio di me stesso contro un' avversario, del brivido che ti coglie quando avanzi verso il nemico, stringendo il balteo del tuo compagno.
Si, compagni. Non è solo la mia storia questa.
Nel percorso che ho scelto, in questo racconto, i comprimari non sono solo dei personaggi che compaiono a caso, solo per far avanzare una trama banale.
Sono loro i veri attori della vicenda,
spesso ne sono anche i protagonisti.
Sono io che non ho rilevanza nella storia, io sono nessuno.
Sono solo un narratore.
Amici, Maestri, Compagni. In poche parole fratres. A loro dedico questo spazio, questi momenti, queste gioie e questi dolori.

Spero dunque che anche tu possa trovare quello che sto cercando io. Una sensazione, un' idea, un brivido.

A presto dunque.
Lessà.