giovedì 19 maggio 2011

Ad Signa Milites IV, secondo articolo su "La nuova"

«Esco dall'ufficio ed entro nella storia»

Il popolo dei figuranti in scena alla Crucca

di Michele Cocchiarella e Daniele Murino Muratori, poliziotti, falegnami, impiegati o semplici studenti. Sono solo alcune delle persone che si possono incontrare sui campi di battaglia che ospitano le rievocazioni storiche. Persone di tutte le età che si danno appuntamento su queste terre perchè unite da un interesse comune: la storia. Una passione talmente forte che ogni venerdì, o quasi, li porta a svestirsi delle proprie "divise" da lavoro, per indossare le vecchie armature.

«Nella vita sono uno studente di ingegneria e fino a cinque anni fa non avevo mai sentito parlare delle rievocazioni storiche. Mi sono avvicinato a questo mondo spinto dalla passione per i libri sull'arte della guerra. Attraverso alcuni amici sono riuscito a mettermi in contatto con dei gruppi locali e, da pessimo studente di storia, mi sono riscoperto un amante della materia». A parlare è Francesco, un ragazzone veronese che a causa della sua stazza combatte nella prima fila dell'esercito celtico. «Nella rievocazione storica e nei riti sacri - conclude - ho riscoperto le mie radici».

Passione e ricerca ma anche «lavoro e allenamento» come sottolinea Emanuele Fadda, centurio della Cohos II Sardorum. «Ci alleniamo in una palestra per sei ore alla settimana. Utilizziamo le armi e gli strumenti che usiamo nelle battaglie. L'addestramento è importante - assicura Fadda - perché tutti gli uomini devono sapere eseguire gli ordini alla perfezione. Gli ordini sono ripresi fedelmente dallo Strategikon, un antico manuale romano del quarto secolo».

E non solo, anche il nome Cohors secunda Sardorum «era una formazione ausiliaria realmente esistita che ha combattuto nella Mauretania Caesarensis. La storia studia il grande, l'archeologia il piccolo, noi studiamo quello che c'è nel mezzo: gli uomini che hanno contribuito a fare la storia».

L'articolo originale dal sito de "La Nuova"

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