sabato 19 agosto 2017

Conferenza I GUERRIERI di MONT'E PRAMA - Porto Torres 26/08/17



Sabato 26 Agosto 2017, presso l'area archeologica della Necropoli Romana di Porto Torres (via Livio 53), sarà presentato il libro di Alessandro Atzeni "GHERRERIS: Dai bronzetti alle statue di Mont'e Prama", una conferenza organizzata da PIETRINO SECHI della fondazione VIA LIBIO 53.
La serata si svolgerà in tal modo:

18:30
Visita al complesso monumentale, con le tombe ipogeiche ad Arcosolio di epoca Romana.

19:30 
Conferenza riguardo il libro di A. Atzeni, con esposte le scoperte più importanti: Il guantone armato dei "Gladiatori" di Mont'é Prama, ed altre interessanti ipotesi al riguardo.
Saranno inoltre presenti diversi manufatti ricostruiti, oltre ad un figurino di guerriero in scala 1:1.

20:30
Aperitivo finale.


Non mancate! 

giovedì 17 agosto 2017

Un'analisi e una nota critica sul termine Arti Marziali Storiche Europee (HEMA)




La scherma storica è quella branca delle HEMA, o Historical European Martial Arts (Arti Marziali Storiche Europee) che studia principalmente la componente armata di questo grande raggruppamento di arti marziali occidentali. Dico occidentali perché essa si contrappone a quelle di origine orientale, anche se il discorso non è così semplice (molto ci sarebbe parlare sull'influenza occidentale -Spagnola- nell'Escrima Filippina) ed il termine W.M.A. (Western Martial Arts) o arti marziali occidentali ormai è caduto in disuso per un più preciso H.E.M.A., visto che il termine aveva una connotazione geografica troppo incerta.
Come definire il termine "Ovest"? Come dargli una connotazione più stringente, relativa ad esempio alla storicità della disciplina? Con il termine HEMA, naturalmente! Ma questo termine, come il precedente, è solo una parola di comodo, un contenitore dentro cui possiamo mettere quello che più o meno ci piace. Ad esempio: la parola Historical include tutte le discipline storiche, ma potenzialmente esclude quelle più antiche, non supportate da trattati che ne decumentino interamente la struttura; è il caso del pugilatus romano e della gladiatura romana o del combattimento in formazione dell'esercito romano (per non fare accenni ad esempio alla più "recente" scherma vichinga). Sono considerabili HEMA? Aldilà che siano considerabili facenti parte delle HEMA o meno, relativamente a queste arti marziali esistono diverse persone che studiano queste discipline, e che tuttavia manco sanno cosa significhi questo acronimo. Forse è la parola European che la distingue? Non proprio. Che dire ad esempio dei trattati americani di sciabola e baionetta? O dei numerosi maestri di scherma Italiani che emigrarono nel nuovo mondo? O degli stili di combattimento autoctoni delle americhe, come il combattimento con scudo e spada in ossidiana dei guerrieri precolombiani, per non parlare del combattimento con il tomahawk dei guerrieri "indiani"? Anche questi sono considerabili facenti parte delle HEMA? Forse è il termine Martial Arts che allora definisce i contorni di questa disciplina? Arti Marziali, le Arti di Marte, il dio della guerra Romano. Quando cercai di spiegarne il significato al mio coinquilino Iraniano durante la mia permanenza in Inghilterra, questi mi guardò come se stessi parlando un linguaggio alieno. La sua conoscenza non andava oltre la sfera di pallone usata nel calcio, mentre io davo per scontato che tutti sapessero il significato di questa parola. In realtà anche tra i conoscitori della materia, specialmente i praticanti di arti marziali "orientali", il  termine viene associato senza alcuna remora al Kung-fu, al Karate o al Kendo (tanto per dirne alcuni). Questo senza pensare che il termine non è orientale, in quanto Marte è una divinità esclusivamente greco-romana (al massimo con qualche similitudine in altre popolazioni europee come i Germani, i Celti o gli Etruschi) associata più che allo sport o al combattimento disarmato, alla guerra e all'uso delle armi. Questa non ha nulla a che fare con l'accezione comune del termine arti marziali, che viene associata al dojo presso cui si studiano forme a vuoto, o alla palestra della federazione in cui svolgiamo tornei di questa o quella disciplina. Il termine originariamente non ha neanche a che fare con la meditazione o la filosofia guerriera di questo o di quel genere. Sono tutte costruzioni posteriori che hanno modificato negli ultimi 60 anni l'accezione del termine Arti Marziali.

Cosa esce digitando "Martial Arts" su google? A voi la risposta.

Come i soldati inglesi definivano "boxers" (non il cane, ma il pugilato) i rivoltosi cinesi dell'800 che praticavano il kung-fu, e che venivano interpretati con la cosa più simile a loro conosciuta (la boxe appunto) noi abbiamo utilizzato un termine occidentale per descrivere un insieme di stili di combattimento approdati in occidente in tempi tutto sommato recenti. Cosa indica quindi l'acronimo HEMA? Principalmente quegli stili di combattimento, ricostruibili partendo da trattati storici che documentino, nel complesso, un sistema di difesa armata e non sviluppatosi in Europa e nei paesi con forte tradizione Europea. Dico di difesa perché è nella difesa il primo principio della scherma, dal termine "schermare", "farsi schermo", "difendersi". Questo non significa che il termine escluda l'attacco. Indica unicamente (a differenza di quanto accade modernamente nella scherma olimpionica) che in antichità, al di fuori dell'ambito sportivo, cioè nel duello e nella guerra, era più importante difendersi dal colpo avversario prima di ferirlo a nostra volta, pena la morte di entrambi.

Bellissimo gesto atletico nella scherma moderna, suicidio e morte di entrambi, nella scherma storica.

In definitiva, non è il termine che definisce cosa sia HEMA o meno, visti i limiti palesi insiti nell'acronimo. Personalmente quello che definisce le HEMA, è chi le studia, secondo un metodo preciso, spesso basato sull'analisi di trattati simili documentabili in periodo storico. Chi non agisce secondo questo metodo, per suo disinteresse o per altre motivazioni, semplicemente non ha, molto probabilmente, intenzione di essere definito HEMA. Forse preferisce il termine "Archeologia Sperimentale", "Rievocazione" e via elencando, con tutti i"se" ed i "ma" relativi ai rispettivi significati di questi termini: e dunque così sia.

Spero che il mio punto di vista vi sia sembrato interessante.
Un cordiale saluto, Alessandro.

venerdì 4 agosto 2017

Pugilatori Nuragici, Corridori e Assaltatori? Tutto da rifare!


Diversi anni fa, mi ritrovai a discutere dell'ipotesi proposta dallo Studioso Pierluigi Montalbano riguardante il ruolo di "truppe d'assalto" o "corridori" proposto da questi per i guerrieri nuragici. L'idea era in sostanza una derivazione da lla tesi della Sandars sul ruolo dei mercenari appartenenti ai popoli del mare, nel ruolo di "corridori". Ovvero, questi guerrieri stranieri, armati di scudo leggero, poca armatura e un paio di lance corte, più la spada, avrebbero avuto il compito di contrastare i carri degli eserciti orientali. Disarcionando il guidatore del carro, o semplicemente raggiungendo il carro nel momento di maggiore staticità, questi avrebbero avuto il ruolo di "assaltare" il mezzo con le lance corte, per poi finirlo usando la spada. La tesi del Montalbano, rifacendosi a questa idea, vedeva i cosidetti "pugilatori" nuragici come dei possibili corridori. Al tempo come oggi, non ero d'accordo su diversi punti, esposti in seguito nel mio libro "Gherreris" (2016): già al tempo obbiettai all'autore che non esisteva alcuna prova che ricollegasse questi guerrieri, osservati in Sardegna, all'area orientale. Insomma la tesi era sicuramente suggestiva, ma in mancanza di prove non sostenibile. Nessuna raffigurazione in oriente di questi peculiari guerrieri armati di scudo a tegola e guantone, nessuna menzione di queste particolari figure nei geroglifici o in altre fonti del tempo. Insomma, personalmente l'idea non era semplicemente accettabile, rimanendo quindi confinata nell'ambito del possibile ma indimostrabile.


"Corridori" Sherden. Cosa avrebbero in comune con i "pugilatori" di Mont'é Prama ad eccesione del gonnellino a punta?

Presunto "corridore" tipo Monte Prama contro guerriero orientale, statuina di Beppe Cardone.


Recentemente ho notato una riproposizione di questa teoria da più parti. Alcuni si sono occupati di realizzare l'attrezzatura del "pugilatore", come lo scudo ed il guantone. Tutto molto bello, chiunque può sentirsi libero di replicare quello che vede realizzato nelle statue nuragiche. Infatti, personalmente, ho iniziato lo studio della ricostruzione marziale nuragica dal 2009, quando il gruppo Memoriae Milites fece una prima rievocazione nei locali del museo archeologico Nazionale di Cagliari, in seguito ripetuta nel tempo, tra cui anche una mostra in quel di Solanas con l'autore Montalbano. Mi dispiace chi professa di fare questo tipo di cose da 10, 20 anni prima del sottoscritto e del gruppo di cui sono membro, ma di queste persone al tempo non si vedeva manco l'ombra, e di certo non è nota alcuna partecipazione pubblica o privata in mostre o convegni. Quindi, con tutta la bontà che si può avere, iniziamo allora a mettere dei paletti...!

Ritornando al discorso, durante la ricostruzione dell'attrezzatura dei pugilatori e lo studio dell'arte marziale che se ne poteva dedurre, il mio testo "nel cassetto" iniziava a prendere forma. Come tutti i libri, il lavoro di pubblicazione è lungo e rallentato da una serie di necessità editoriali. Inutile ricordare che se pure il libro è stato edito nel dicembre 2016, il processo di editing è durato almeno un anno (ovvero da quando sono partito in inghilterra, nel novembre 2015), mentre la sua scrittura affonda le radici almeno (almeno) nei tre anni precedenti. E chi vorrà contestarlo potrà aprire in tribunale la bozza del libro con allegato il bollo postale inviato alla casa editrice, tanto per essere chiari.

Occorrerà ricordare a queste persone che cercano di inseguire fantomatici primati, che la ricerca si fa scrivendo (cioè pubblicando) su carta stampata. Video su youtube, conferenze fatte tra amici e post su facebook o su un blog non hanno nessun valore legale (altrimenti dovrei andare a ripescare le discussioni scritte sui forum di rievocazione storica e archeologia almeno nel 2005).
Ritornando sul discorso: mentre scrivevo i capitoli sul pugilato nuragico, delineando quale potesse essere lo stile di combattimento ed i colpi plausibili nei termini di una ricostruzione storica e e marziale (8 anni di rievocazione di combattimento militare e gladiatorio romano qualcosa lo hanno pur dato!), incappai in un'interessante scoperta. Non sto parlando dell'idea che i pugilatori combattessero in cerimonie sacre, in duelli rituali di pugilato (tutte idee già proposte anni prima da archeologi quali il Tronchetti o lo Zucca) o assomigliassero a delle specie di gladiatori (teoria mia, occorrerà specificare). Ma che questi guerrieri fossero armati di un pugnale gammato, ormai irriconoscibile per la sua fragilità, in quasi tutti i reperti conosciuti.
Laddove ricostruttori quali la Demontis (Il Popolo di Bronzo) o l'artigiano Carmine Piras (autore per la maggiore di ricostruzioni museali) avevano realizzato tirapugni e guantoni borchiati, io avevo proposto un'unica borchia sottostante al guantone, come si può osservare peraltro dai reperti: andate domani al museo archeologico nazionale di Cagliari e guardate con i vostri occhi!
Ma quale guantone da "pugilatore"? Quali "borchie"? I reperti mostrano chiaramente un unico spuntone sottostante.


Guantoni dei pugilatori, dotati di un'unica borchia con "guardia" ad "L" sottostante al guanto, quasi sicuramente un pugnale gammato spezzato! Da un mio articolo stampato sempre nel 2016.

Volete intenderlo come una borchia? Benissimo, è una vostra idea. Personalmente ho portato nella discussione abbastanza evidenze circa il fatto che:

-I "pugilatori" presentano segni di ferite da lama sul petto e sulle gambe!
-I "pugilatori" sono dotati di scudo, gli unici boxer ad averlo in tutta la storia umana!
-Gli uomini sepolti nella necropoli relazionata alle statue sono tutti giovani tra i 16 ed i 18 anni di età.
-Questi giovani erano nutriti secondo una dieta specifica.

Altro che "corridori" e "incursori" da seconda guerra mondiale, altro che pugilatori con guantoni che sfondano blocchetti o tavole di legno, altro che calci alti da Thai Boxe!

Stiamo parlando di combattimenti tra guerrieri armati di lama (pugnale gammato) dotati di scudo per difendersi da questo e sepolti nella stessa necropoli, guarda caso tutti morti in un età simile.
Se questo non è il quadro di una necropoli di guerrieri impegnati in cruenti giochi sacri, simili a quelli dei guerrieri che prima dei fasti imperiali combattevano presso le pire funerarie (bustuarii), beh non so cosa altro possa essere.

Buon proseguimento di serata!


Acquerello dell'artista Guido Nieddu, su indicazione dell'autore.