martedì 7 luglio 2009

Sanluri: 600 anni dopo






Eccomi di ritorno dal seicentenario....per essere stata la mia prima "Sa Battalla" non sono felice come speravo.
Se dalla parte del pubblico il parere è stato negativo (checchè ne dica l'articolo di oggi sull'unione Sarda...che sembra sia stato scritto da qualcuno che la rievocazione l'ha vista a casa!) Da parte dei rievocatori è stato peggio.
Voglio affrontare in questa sede un argomento spinoso, ma necessario.
Purtroppo in Sardegna la rievocazione storica non è vissuta per nulla, anzi, è considerata una propaggine "moderna" delle feste di paese, e la dimostrazione più lampante di questo modo di pensare sono i nostri cavallerizzi, veri "signori" della manifestazione, che fanno il loro "lavoro" in sella al cavallo, ovvero qualche giro per il campo, e poi via, al bar a buffai, mentre tutti si chiedono "ma dove si è ficcato Martino il giovane? senza di lui non si può continuare lo spettacolo" a noi, che siamo rimasti tre quarti d'ora dietro le mura, ad aspettare che si rispettassero i programmi stabiliti, non è andata meglio che agli spettatori. Sinceramente quando ho sentito i fischi provenire dal palco nella piazza di fronte al castello, ho sperato fossero quelli dell'Irs. Invece no, era il pubblico che -a buon diritto- si lamentava per i tre quarti d'ora di attesa. A noi è stato detto che Martino stava ancora combattendo. Sinceramente ho pensato che l'unico duello che poteva fare in quel momento fosse con la bella di Sanluri, o con qualche 66 di Ichnusa.
Non voglio parlare poi dei cavalli sporchi di sangue per via degli speroni, e dei maltrattamenti che ho visto contro questi animali -roba da denuncia- (spero le foto parlino più eloquentemente di me).
Non accennerò alla più totale disorganizzazione che regnava "dietro le quinte" dove non arrivavano le informazioni su cosa fare una volta stravolto il programma. Non accennerò ai più variegati armamenti che abbia mai visto, da spade prese dal "Signore degli anelli" ad armature ottocentesche, romane, fantasy, piratesche e chi più ne ha più ne metta.
Non parlerò delle "impalcature" (ovvero mura e portone) sempre identiche nonostante si dica che sono orribili e pericolose, oltre che NON funzionanti.

e se questo è quello di cui non voglio parlare, figuratevi per quello che VORREI dire.

In piccolo accenno al "contorno":
Aldilà di Kovex Ars (un gruppo di fabbri itineranti della repubblica Ceca invitati dal nostro amico Padre Francesco) non c'era assolutamente NULLA.
Come ho già detto, si pensa che la rievocazione storica sia una sorta di carnevalata, ci si mette un vestito e si comprano due pezzi di latta su ebay (pensando che comunque vadano bene). Niente di niente per il resto. Non c'è ricerca storica, non c'è filologicità, non c'è divertimento. Il rievocatore è considerato e a volte lo è davvero, un attore che svolge una parte. Una figura che quando non serve si mette dietro le quinte. Il contatto con realtà sviluppatissime di rievocatori del "continente" (Nord Italia, Spagna, GB, Repubblica Ceca) ci ha permesso di vedere cosa sia la rievocazione e come si DIVERTANO i rievocatori, di come uomini e donne si sentano coinvolti. Là per 3-4-6-12 ore si lasciano i panni del Signor Rossi, e si diventa un guerriero Gallo o un cavaliere templare per TUTTO il tempo.
E addirittura, c'è chi rimane "Gallo" o "Legionario" anche quando smette l'armatura. Perchè fare rievocazione storica è un modo di essere e di vivere, non di passare tempo.

L'unica cosa che ho riportato da questa manifestazione sono i bei combattimenti della nostra metà gruppo con l'altra metà. Tutto il resto è stato alquanto desiderabile. Sopratutto alcuni avvenimenti "politici" di cui non voglio dir di più.

A presto e cum salude.


P.s.
Le immagini non sono mie. Ringrazio i vari proprieteri per averle messe a disposizione sul web.
Purtroppo non so i nomi e non posso ringraziarvi uno per uno. Spero comunque che non ve la prendiate.