domenica 26 aprile 2009
Las Plassas: sportule preparatorie
La riuscitissima manifestazione presso il castello di Las Plassas è stata occasione anche per preparare il sottoscritto (ed i fratelli della Cohors) all'evento romano per antonomasia, AD SIGNA MILITES. Seppure alcuni inconvenienti non proprio edificanti siano avvenuti, la manifestazione è stata utilissima per ritrovare quello spirito di gruppo che mancava dopo più di un mese di allenamenti a zero. Notevole il momento in cui l'optio ha incominciato a cercar battaglia, e tutti, sottoscritto compreso, sono accorsi a dargli man forte contro le "scatolette di simmental" formato legionario. La Cohors ha riscoperto come si combatte come un unico corpo, come difendere il compagno di spalle, e come suonare malamente le pentolaccie in lorica segmentata, che presentano ancora particolari tendenze a combattere come barbari (ognuno per sè insomma).
I gladiatori (rispettivamente reziario e secutor) hanno anche avuto modo per incominciare ad incrociare il ferro....con risultati più o meno soddisfacenti.
Inoltre è stata anche la "prima" manifestazione della mia signora... che ha fatto sfoggio di un elegantissimo abito romano con grazia più unica che rara.
Ma vabbè, forse il giudizio non è del tutto oggettivo;
effettivamente sono un pò di parte!
Valete Omnes!
Natale glorioso sotto la pioggia!
lunedì 20 aprile 2009
Natale bagnato a Roma
Capretti e giovenche sono stati sacrificati alla divinità per concederci i favori del bel tempo, e far si che il sol invictus splendesse sulle lucide armature dei milites accorsi a ricordare la nascita dell'urbe!
Ma Giove tonante ha detto no! A nulla sono valsi i sacrifici, a nulla le preghiere! E via acqua a catinelle! Le cataratte del cielo si sono aperte, e giù a piovere! I dipinti sugli scudi son andati via, le facce distorte, quasi stessero piangendo anch'esse per la giornata sfortunata. Ruggine e umidità sono state le migliori compagne di questo natale Romano così sfortunato...
c'è da chiedersi... il Lessà avrebbe portato più fortuna?
sabato 18 aprile 2009
Natale di Roma
2762 anni dalla sua fondazione. Buon natale Roma! Il 21 Aprile di ogni anno, puntualmente si celebra questa mitologica (più che storica) data.
Infatti la tradizione vuole Roma fondata da Romolo il 21 aprile del 753 a. C. data convenzionale, poichè risulta accertato che alle pendici del Campidoglio già esistesse un agglomerato risalente al XIII secolo a.C.
Tuttavia, recentissimi scavi, effettuati alle pendici del Colle Palatino, hanno portato alla luce reperti archeologici relativi al periodo della nascita di Roma, confermandone la fondazione intorno alla metà dell’VIII secolo a.C.
Derivata dalla unione di tre popoli: il Latino, il Sabino e l’Etrusco che erano dediti rispettivamente alla pastorizia, all’agricoltura, al commercio e alle arti.
Che Roma sia nata nel 753 a.C. o prima, poco importa, perché la celebrazione del 21 aprile, nell’antichità, era una grande festa chiamata "Palilia" in onore della Dea Pale, un’antica divinità romana della pastorizia, considerata di solito femminile, talvolta maschile, connessa con la sacralità del Colle Palatino.
sabato 11 aprile 2009
La Cohors II Sardorum
La Cohors II Sardorum, la "seconda coorte dei Sardi", fu una cohors equitata (un'unità militare) di stanza in Africa durante l'Impero romano.
Arrivò in Mauretania verso la fine del I secolo e si stabilì a Rapidum, ove rimase fino alla fine del II secolo quando, sotto Settimio Severo, si trasferì ad Altava.
Non sappiamo se quest’unità si sia trasformata, con il passare del tempo, da quingenaria a miliaria, come farebbe pensare la menzione in un'iscrizione di un tribuno della coorte dei Sardi; tuttavia, la cosa non è da escludersi.
Gli Insediamenti:
Rapidum
La fortezza di Rapidum (Sour Djouab), fondata nel 122 ad opera della cohors II Sardorum, presenta una pianta rettangolare con angoli arrotondati di 135x127m e quattro porte affiancate da torri rettangolari. Essa era situata in una regione molto favorevole per l'insediamento umano, oltre ad essere in una posizione molto difendibile, dato che si trovava tra le rive degli uadi Barla e Djouab, spesso a carattere torrentizio.
Il complesso rimase presidiato fino al 201; mentre, l'abitato che si era formato con l'apporto di civili e veterani sopravvisse sino all'epoca dell'imperatore Aureliano quando fu distrutto dai nomadi.
Il municipio di Rapidum venne ricostruito per volontà di Massimiano, anche se non è certa la presenza di una nuova guarnigione. La struttura interna del campo è ben conosciuta: i principia, introdotti da un tetrapylon, dispongono di una corte e di un'aula basilicale; inoltre, sono stati identificati il praetorium, un edificio termale, alcune caserme, degli horrea e quello che il Laporte considera come una basilica exercitatoria.Altava
Nella località di Hadjar Roum sono stati rinvenuti i resti di due insediamenti, dei quali uno aveva un ruolo militare e fu probabilmente fondato nel 201 per volere di Settimio Severo che vi insediò la cohors II Sardorum. Questa coorte proveniva dal forte di Rapidum, che venne abbandonato in seguito all'avanzamento del limes attuato in età severiana. Possiamo stabilire con una certa sicurezza l'anno di insediamento delle truppe sarde ad Altava, visto che possediamo un'iscrizione posta tra il 201 e il 209 in onore di Geta. La cohors II Sardorum rimase di stanza qui per buona parte del III secolo; ma, altre iscrizioni attestano che essa fu integrata da alcune unità di cavalleria o da loro distaccamenti come l'ala miliaria, l'ala Parthorum e l'ala Thracum , forse per aumentarne la mobilità. La pianta del campo misura 430x330 m e presenta lati rettilinei ad eccezione di quello settentrionale, che ha un percorso assai irregolare e angoloso.Bibliografia
- Benseddik, Les troupes auxiliaires en Mauritanie Cesarienne sous le haut empire, Algier, 1982
- Laporte, Rapidum. Le camp de la cohorte des Sardes en Maurétanie Césarienne, Sassari, 1989
- Le Bohec, L'armée romaine sous le Haut-Empire, Paris, 1989 (in italiano: L'esercito romano. Le armi imperiali da Augusto alla fine del III secolo, Carocci)
- Stefano Baccolini, Vita quotidiana nei castra: L'esempio africano, Bologna, 2000