Lo scopo della rievocazione storica è di rendere il pubblico cosciente della storia della propria terra, non mediante l’uso di libri o conferenze scientifiche, ma attraverso la viva rappresentazione di come si vestivano e vivevano gli uomini che ci hanno preceduti nel lungo cammino della storia.
Come gruppo Memoriae Milites (i soldati della memoria) la nostra associazione si è sempre battuta perché questo avvenisse quanto maggiormente possibile, e nel modo migliore al massimo delle nostre capacità.
Il nuraghe Diana (purtroppo interdetto internamente per rischio di crolli) si è presentato come la migliore scenografia in cui attuare il nostro progetto culturale per quanto riguarda il periodo cosiddetto “nuragico” (dal 1600 al 500 circa a.C.), con una maggiore focalizzazione per il periodo del I ferro (800-900 a.C), in cui si fabbricavano quegli straordinari oggetti votivi che sono i bronzetti, fonte inesauribile di informazioni sull’aspetto delle genti che li hanno prodotti.
Affianco ai bambini delle scuole di Quartu, i figuranti della nostra associazione hanno spiegato nelle giornate di sabato e domenica 6-7 dicembre 2010, l’origine degli studi su questa materia, mediante l’ausilio di libri e modellini risalenti (ormai) agli anni ‘80-‘90 del secolo scorso.
La seconda parte della nostra esposizione invece si è basata principalmente sui materiali (ossidiana, tendini, corna, ossa, argille, metalli et cetera) utilizzati da queste popolazioni, e da cui traevano ogni utensile o materia prima per fabbricare armi, attrezzi e vestiti.
Una parte rilevante è stata anche quella del combattimento messo in atto dai nostri schermidori, la nostra associazione infatti, di origini prevalentemente sportive, effettua lo studio e la messa in pratica della scherma come poteva presentarsi al periodo nuragico, con spada e scudo, spada e in alternativa a questa, bastone da combattimento.
Sos gherradores inoltre si sono cimentati nel combattimento a mani nude come viene rappresentato nei bronzetti, non propriamente una posa da istrumpa, come ha ipotizzato qualcuno, ma quanto più un tipo di lotta che ha come finalità l’atterramento dell’avversario (non necessariamente di schiena) mediante capottamento o leve articolari.
La manifestazione, specialmente domenica, si è caratterizzata per il notevole afflusso di gente, e per la costante presenza di interlocutori interessati al nostro campo di studio. Come volontari speriamo che il nostro lavoro sia stato apprezzato da quanti hanno avuto modo di parlare con noi. Come Sardi siamo stati orgogliosi di essere i portavoce di un nuovo modo di intendere la storia.
Alessandro Atzeni