lunedì 24 ottobre 2011

Intervista al sottoscritto sulla Memoriae Milites (Sardegna Quotidiano)

Rievocazioni. Tra soldati, armi e cavalieri. La storia sarda rivive in costume
Soldati romani che marciano sui campi isolani tenendo alte le proprie insegne. Guerrieri nuragici che ravvivano il fuoco davanti alla capanna del capo. Cavalieri di Arborea che lottano corpo a corpo per difendere il loro amato giudicato.

Per poterne indossare i panni non serve la macchina del tempo, né bisogna aspettare il casting di un colossal in salsa sarda. Basta avere tanta passione per la rievocazione storica. Come i componenti dell'associazione cagliaritana Memoriae Milites.


«Rievochiamo i più svariati periodi della nostra storia, tra didattica sul campo e pratica sperimentale» racconta Alessandro Atzeni, uno degli iscritti. «Curiamo gli aspetti artistici, culturali e sociali delle diverse realtà messe in scena».

Tra i periodi scelti, quello nuragico, romano e giudicale, con una particolare attenzione alle gesta della Cohors II Sardorum, «l'unità militare romana che in età imperiale reclutava in Sardegna i propri soldati».

La Cohors venne mandata in Mauretania alla fine del I secolo a.C., fondò il forte di Rapidum (Sour Djouab) e lì stette fino alla fine del II secolo, quando sotto Settimio Severo avanzò per fondare Altava (Hadjar Roum), dove rimase per buona parte del III secolo.

Signum della Cohors II Sardorum

«Noi illustriamo la sua storia e le capacità belliche - spiega Alessandro -. Riprendiamo l'armamento difensivo con gli scudi, gli elmi, le armature e quello offensivo con le lance, le spade e le armi d'assedio. Eseguiamo sia la 'mutatio' (sostituzione delle prime file con truppe più fresche), sia la 'testudo' (particolare disposizione difensiva) e gli spostamenti in formazione».


Esecuzione di una testudo con scudi ovali da auxilia
Memoriae Milites si occupa anche della parte 'civile' degli abiti e della vita delle donne al tempo. Inoltre, «visto che l'esercito romano includeva una serie di figure in grado di renderlo autonomo, abbiamo un fabbro storico, un ceramista, uno scultore e un tintore di tessuti».


L'ASSOCIAZIONE
L'associazione - anche attraverso lo studio e la pratica delle tecniche schermistìche - fa rivivere l'epopea der quattro giudicati, privilegiando quello d'Arborea per la tenace lotta contro l'invasore aragonese. II nostro logo riproduce l'albero deradicato e riporta il grido di battaglia delle armate arborensi: "Héllis héIlis Arbarè!", Memoriae Milites, puntualizza Alessandro, «è la prima e unica in Sardegna a praticare il "contatto pieno": i colpi portati in un combattimento non programmato vengono dati con estrema potenza.

Un simile stile richiede adeguate protezioni, come armature d'acciaio da due millimetri rette da cinghie di cuoio allacciate su un gambesson, una sorta di imbottitura somigliante a un giaccone. E per sostenere questo armamento serve allenamento».

Combattimento "a contatto pieno" tra due schermidori dell'associazione

Per il periodo nuragico (I ferro), Memoriae Milites è il gruppo di rievocazione più importante dell'Isola. Sono una trentina le manifestazioni a cui ha preso parte in due anni di attività: di cui una decina di ambito "Nuragico". Torneo del Liofante di Cagliari, Ad signa Milites di Sassari, Sa Batalla di Sanluri, Monumenti Aperti al nuraghe Diana di Quartu, La bastida di Sorres a Borutta, la Fiera del libro di Torino e altri ancora. L'analisi si focalizza su usi e costumi delle genti tra il IX e l'VIII secolo a.C. Si va dalla parte bellica a quella civile e religiosa, secondo le attuali interpretazioni archeologiche.

Guerrieri Nuragici della Memoriae Milites assieme all'autore Antonello Pellegrino, Fiera del libro di Torino, 2011.

«I periodi rievocati richiedono vestiti e oggetti adeguati. Alcuni si trovano da buoni rivenditori "storici". Ma la maggior parte vanno prodotti in casa».
Serve tanto tempo per documentarsi su ciò che si deve riprodurre la reperibilità dei materiali non è la stessa per ogni periodo. «È più facile trovarne per il periodo imperiale che per quello repubblicano» conferma l'Atzeni .

La rievocazione nuragica, sconosciuta fuori dall'Isola, richiede un'autoproduzione al 100%». Gli iscritti sono in tutto una quarantina, ognuno col suo carico di conoscenze e abilità.

«C'è chi sa costruire una macchina d'assedio romana - dice Alessandro - e chi sa confezionare vestiti o lavorare il legno. Siamo un gruppo molto eterogeneo, ma a cementarci è il grande amore per la storia sarda».

Fonte: Sardegna Quotidiano del 16/9/2011
Articolo di Roberto Mura