Nell'aula magna del liceo, le sedie sono gremite di ragazzi.
L'oratore (il Dottor Pierluigi Piludu) sta attendendo di iniziare la sua spiegazione. I ragazzi sono agitati. Forse non hanno voglia di sentire l'ennesima lezione della giornata.
Ma il Dottor Piludu ha, oltre all'abilità d'oratore, un altro asso nella manica. Con l'alternarsi d' insegne e gonfaloni, riesce a tenere incollati alla sedia i ragazzini recalcitanti. Non vuole mostrare ancora tutte le carte, i ragazzi potrebbero distrarsi,e lui questo non può certamente permetterselo.
Dopo un intensa spiegazione, una lezione extraordinaria d'incredibile trasporto, ecco che viene calato il poker d'assi. I militi in armatura medioevale, dell'Aragona e del Giudicato d'arborea fanno la loro comparsa. I ragazzi si perdono nell'ammirare le armature d'anelli metallici e le spade sempre lucide. Non sono certo le figure a cui sono abituati, finzioni dettate dalle esigenze cinematografiche e dalla libertà del fantasy più spinto. Sono i soldati che sono vissuti al tempo dei Giudici e dei castelli, forse meno affascinanti di qualche attore hollywoodiano, ma sicuramente veritieri in ogni particolare.
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