mercoledì 16 settembre 2009

300 ....Visite?


Trecento visite.
Sembra essere un buon traguardo no?
Se non altro è significativo. Spesso si festeggiano le "cento visite" per poi rinnovare gli auguri ad ogni centinaio che si aggiunge, ma come potrete immaginare, a me, di queste cose, non me ne frega nulla. Sicuramente non può che farmi piacere, ma vorrei ricordare (sopratutto a me stesso) che questo forum nasce per discutere di argomenti rievocativi, argomenti legati all'archeologia sperimentale e di carattere storico.
Trecento, un numero mitico, a cui si riferirono tutti i più grandi condottieri dell'occidente.
Un numero entrato nella storia, di come un valoroso gruppo di 300 opliti..."blablabla".
Sappiamo bene, e lo sappiamo per certo, che i trecento in realtà non furono mai solo trecento.
Settemila circa, ecco i numeri reali. Settemila opliti greci, di varie città e di varie condizioni, si attestarono presso il passo delle termopili, non un claustrofobico corridoio di 30 metri, bensì una vallata di qualche kilometro, larga abbastanza da rendere impossibile, per trecento persone in riga, di coprirne anche solo la metà.
Non furono trecento neanche i soldati rimasti per l'ultima, disperata resistenza. Assieme ai Lacedemoni infatti, sappiamo che vi furono anche Tebani e Tespiesi, oltre, naturalmente, ad un numero imprecisato di Iloti, sorta di schiavi, i paria della società Spartana, che accompagnavano come portatori l'elite guerriera degli "Eguali".
La vittoria (se così si può chiamare) del contingente che sbarrava il passo delle termopili, non fu quindi dovuta alla sola componente Spartana, e neanche alla presunta superiorità "dalla nascita" di questi guerrieri, che comunque si, erano superiori (in quanto addestramento) agli altri opliti, che erano più che altro dei "soldati dilettanti".
La vera forza fu scegliere il campo di combattimento (prima regola per ogni condottiero che si rispetti).
Il secondo punto di forza fu nell'equipaggiamento dei greci da un lato e dei persiani dall'altro.
Un muro accuminato, di bronzo e legno, contro una marea di foglie secche, armate di scudi di vimini intrecciati e dotate di scarse protezioni personali.
Il risultato non poteva che essere uno solo.

Il nome dei trecento passò alla storia. Quello dei compagni che li accompagnarono un pò meno, ma si sa, le cifre tonde sono più facili da ricordare.


Alla prossima...sperando di non dover festeggiare quando compiremo le 7000 visite!

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