Non si sono ancora spente le luci su "
Sanluri 1409, Trame di Storia", la rievocazione storica della dura sconfitta subita dall'esercito Sardo/Arborense agli inizi del 15° secolo ad opera dell'esercito Catalano-Aragonese guidato da
Martino il Giovane, che già emergono i dissapori legati alla conduzione di quest'evento. Un recente articolo del giornale "
L'Unione Sarda" si intitola "
Sa battalla? Un flop: soldi sprecati"
, come se un evento commemorativo potesse essere valutato in base al numero dei partecipanti. Immaginatevi titoli come "Funerale di Tizio Taldeitali, un flop assoluto" oppure "Commemorazione della morte di Caio Sempronio, una delusione, ridotto numero di spettatori" non sono un granché vero? Sinceramente mi sembrano anche di cattivo gusto. Perché di questo si tratta, della rievocazione di una dura sconfitta, di un massacro. I partecipanti (praticamente tutti Sardi, anche quelli in veste Aragonese) partecipano non per ricevere soldi (cosa che oltretutto non accade) o per mangiare gratis ad una cena, ma per puro spirito patriottico e storiografico. Immaginate quanto possano essere contenti di leggere questi titoli gli appassionati che, dopo una giornata di lavoro, dedicano le sere a cucirsi il proprio abito, ad impennare frecce o a costruirsi pezzi d'armatura. Non sono contenti, sono incazzati neri, ed io penso di poter essere un buon metro di paragone, essendo un rievocatore, uno di loro! Non so quali meccanismi ci siano stati dietro l'organizzazione dell'evento, perché il comune di Sanluri abbia voluto bandire un concorso per la sua organizzazione (cosa che peraltro mi pare trasparente e legittima!) e perché incomprensibilmente associazioni che fino a ieri avevano contribuito a realizzare la manifestazione si siano "stranamente" tirate indietro. Sinceramente non me ne frega un fico secco. L'articolo cita 20.000 euro stanziati per l'evento, dimenticando che nelle passate edizioni vennero stanziati anche 60.000 euro. Dunque se la matematica non è un opinione: con 20.000 euro si ottengono mille presenze, con il triplo dei fondi si ottiene il quintuplo delle presenze. Per qualche strano motivo nella rievocazione partecipano (a botte di 20.000 euro!) mediamente 2000 persone in più, con un andamento esponenziale (?!?) Il genio autore di questi calcoli dovrebbe perlomeno spiegare secondo quale logica del vattelapesca si riesca ad ottenere questo andamento, perché decisamente non vi è alcuna logica dietro. Forse con i restanti 40.000 euro si sarebbe riusciti a rendere la manifestazione cinque volte più affollata? Non mi sembra possibile (l'articolo non lo scrive, io si!) visto che non ci sarebbero stati fisicamente gli spazi all'interno del paese per ospitare un numero simile di spettatori, sempre di non stiparli in cima ai tetti! Eh già, perché l'articolo NON dice che è venuto a mancare il "campo" di battaglia, seminato anzitempo, visto l'andazzo non proprio positivo che stava prendendo l'evento. Perché, infatti, a tutti era noto il clima di dissapori, velate insinuazioni e ridicole scenate che si sono perpetuate prima durante e dopo l'organizzazione della battaglia. Manifestazioni collaterali e notizie contrastanti si sono affastellate nelle settimane precedenti la rievocazione. Naturalmente tutto questo non viene riportato! Sia mai, è evidente invece l'equazione "
assenza campo di battaglia = diminuzione del pubblico". Detto francamente: ho preferito vedere due masse compatte di fanti che combattevano come due corpi distinti lungo la strada che portava sino al castello, piuttosto che vedere con i binocoli un rievocatore ogni 2 metri in un campo grande un ettaro. Ho preferito non assistere all'inutile carambola dei cavalli su e giù per il campo, facendo volentieri a meno di vedere scene ridicole, che avrebbero fatto rivoltare qualsiasi associazione animalista, con cavalli sfregiati dagli speroni dei loro "prodi"
balenteddos. Ho decisamente fatto a meno di sentire improbabili radiocronache dove lo speaker si chiedeva perché fosse presente la bandiera dei quattro mori "
dalla parte sbagliata" (SIGH!), ignorando quindi totalmente quale sia l'origine e la storia della nostra attuale bandiera. Ho fatto a meno di molte cose, gradendone altre. Mi è piaciuto la cronaca svolta dall'archeologo Nicola Dessì (persona laureata e specializzata in una materia attinente!), mi è piaciuta la conferenza vista il giorno prima, in cui il Professor Pinna (docente di archeologia medioevale) ha esposto l'utilità della dicotomia rievocazione-ricerca. Chi meglio di lui per parlare di quest'argomento, stimato ed impegnatissimo e professore relativamente "giovane", relatore di diverse tesi di laurea innovative che hanno utilizzato questo approccio? Mi è piaciuto il dramma teatrale sui fatti accaduti dopo la battaglia inscenato dall'Ass.
Memoriae Milites, mi è piaciuto il coinvolgimento dei ragazzi e delle ragazze con le magliette rosse, visto che sono i giovani il futuro della nostra memoria.
Certo, ci sono cose che mi sono piaciute di meno, come il caldo bestiale che ha messo K.O. la maggior parte dei rievocatori, i quali comunque hanno stoicamente continuato a combattere, non solo per finta, visto che alcuni hanno 30 kg di metallo addosso e se le danno (in sicurezza) di santa ragione. Non mi è piaciuto che l'evento fosse così distante dalla data reale dell'evento, o che il palco fosse troppo vicino al castello, ma questi sono
DETTAGLI. Come rievocazione forse è stata l'edizione migliore che io abbia visto, e vi partecipo dal 2009. Continuo a non capire l'avversione delle associazioni che non hanno partecipato all'evento e questa volontà di osteggiare la manifestazione, come se Sanluri, un modesto paese al centro di una pianura agricola ormai semi-abbandonata qual'è il Campidano, con le ultime attività in fase di declino o morte inevitabile, senza sbocco a mare e senza particolari bellezze naturali,
possa permettersi di perdersi una forte attrattiva come Sa Battalla. Gli eventi storici che videro Sanluri come sfondo per battaglie ed incontri diplomatici tra i potenti del tempo, potrebbe essere
un jolly da sfruttare per contribuire a rendere il paese più ricco di quanto non sia attualmente. Tutte queste potenzialità, invece, sono state snobbate per i soliti motivi che impestano noi Sardi:
campanilismo, insensata
presunzione e
xenofobia tra diversi paesi della Sardegna. Come se fosse importante il fatto che la rievocazione sia organizzata da una ditta di Villacidro piuttosto che da una di Sanluri! Ci si dimentica che
LA BATTAGLIA di SANLURI, intesa come evento storico e come rievocazione, non appartiene A NESSUNO, in quanto
patrimonio immateriale di TUTTI I SARDI e di tutti gli appassionati di storia di
TUTTO IL MONDO.
Cordialmente,
Lessà
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