Premettiamo che "cotta" è un termine sbagliato (ma che uso anche io per velocizzare il discorso).
L'oggetto trova le prime attestazioni presso i Celti, almeno fin dal III secolo a.C. I Camagli invece, compaiono inizialmente sui bordi degli elmi per proteggere la nuca, siamo verso la fine dell'impero romano quando simili accorgimenti erano sopratutto presso le popolazioni barbariche, ma già allora c'é da pensare che queste estensioni in anelli metallici fossero supportati da una sottostante protezione in cuoio o in tessuto, che fornisse una sorta di imbottitura. Queste si vedono chiaramente raffigurate in alcuni elmi bizantini. Le prime armature precedenti l'armatura di "maglia" (periodo classico, almeno dal 6° secolo a.C., ma anche utilizzate in ambito miceneo con forme leggermente diverse) erano delle thorax in lino incollato o cucito e in cuoio. Insomma "l'armatura" vera e propria è sempre stata la parte imbottita/rinforzata in materiali deperibili e abbastanza malleabili da essere indossati senza troppo fastidio (quindi materiali "morbidi". In periodo romano veniva ampiamente utilizzata una protezione detta subarmalis (letteralmente: sotto l'armatura) che stava quindi sotto la protezione di maglia (la prima ad essere impiegata nell'esercito romano dopo le thorax). Si può scorgere un indizio della sua presenza tramite gli pterigi che sbucano dalle spalle o sul bacino dei soldati (che a qualcosa dovevano pur essere attaccati). Questo anche in virtù del fatto che la "maglia" da sola non funziona proprio come armatura, il massimo cui può assolvere è impedire il taglio (come fanno i guanti utilizzati dai macellai) e pur se non vi sono prove che nei secoli bui del medioevo venisse impiegato un vero e proprio "gambeson" (o Aketon) imbottito come lo conosciamo in periodo medioevale, il ruolo veniva assolto da spessi strati di vesti, che sicuramente dovevano pur riuscire in qualche modo ad attutire il colpo di taglio ricevuto. Meno certa la difesa dalla penetrazione con armi da punta (frecce per lo più) in cui la protezione sottostante è fondamentale. Se l'arma rompe il primo anello metallico in cui penetra la punta, l'oggetto ha già assolto al suo scopo, cioé ferire l'avversario, e quindi la protezione stessa è inutile (a fronte di un costo e di un peso assai elevato). Non tutti infatti disponevano di usbergo di maglia, il cui ruolo era inizialmente relegato a personaggi particolarmente ricchi. Diversa la questione sotto l'impero romano, dove la fabricae producevano armamenti per rifornire i soldati. La situazione ovviamente non fu la stessa dopo l'eccezionale organizzazione logistica dell'impero, in cui nuovamente la "cotta" divenne appannaggio solo dei guerrieri più ricchi, sino a diventare sempre più comune con il passare dei secoli. Premesso che di "sbagliato" nella vita c'é solo ammazzare qualcuno (o essere nazisti) la rievocazione è una passione, può esser fatta a diversi livelli. Usare la cotta direttamente sul corpo è sicuramente incorretto, specie il camaglio, visto che il cranio è un osso con sopra della pelle. Per il corpo se uno indossa diversi strati di vestiti pesanti è una soluzione passabile, specie se si sta rievocando l'alto medioevo. Guardando le iconografie del tempo si scorgono persone armate con imbottiture o con l'armatura di maglia, anche se questa viene portata sempre sopra qualcosa. Io personalmente tra indossare strati e strati di vestiti preferisco vestire direttamente l'aketon, facile da aprire quando c'é caldo, imbottito e quindi sicuro anche se mi colpisce un bastone o simile. Con il prezzo di una "cotta" so prende un bell'Aketon, che fondamentalmente protegge molto più della cotta. Il fatto è che spesso in rievocazione si è portati a replicare quello che fanno gli altri, quindi uno vede che gli altri indossano la cotta prima di avere un "gambeson" (l'ho fatto anche io, eh) e va a comprarsi la cotta. Con l'aggravante che la cotta viene presa su misura senza imbottitura, e una volta preso il gambeson (dopo) diventa troppo piccola. Con un po' di accortezza si riuscirebbe a fare tutto in maniera logica e per bene, a vantaggio anche della sicurezza di chi sta rievocando. Poi intendiamoci, non abbiamo la sacra missione di dover fare nulla, ma visto che sono esibizioni pubbliche, e la gente guarda i rievocatori come riferimento per capire come fossero vestiti al tempo, sarebbe giusto far passare il giusto messaggio...
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