mercoledì 17 giugno 2009
domenica 14 giugno 2009
Dare vita ad un sogno
Tra le capanne circolari, ed i giovani alberi di pino si intravedono figure senza età e senza tempo, immobili nei gesti, nella posa e nella forma . Alcune di queste hanno lunghe corna, altre, curiosi pennacchi. Alcuni combattono, altri cacciano, altri ancora lavorano, pochi invece si riposano.
Tra queste suggestive rappresentazioni d'un era dimenticata, qualcosa si muove,
qualcosa torna a vivere. Ed ecco che tra un capo tribù, pietrificato nel gesto del saluto, passa un oplita "nuragico" in carne ed ossa. Si siede, prende l'askos colmo di vino (un cannonau del 1600 a.C.?) e ne versa il contenuto ad altri due guerrieri seduti nella capanna delle riunioni. Un altro guerriero, con caschetto ad ogiva, sopraggiunge di lì a poco, dopo il veloce saluto, seguono poche laconiche parole;
Bisogna onorare gli dei, è tempo di eseguire il rito dell'infissione delle spade.
Così, dopo qualcosa come 2800 anni, rinascono i guerrieri Nuragici. Non solo per far vedere come erano vestiti, e cosa usavano, ma come combattevano, come vivevano e morivano.
Una finestra aperta sul passato, un mondo che si apre.
Alla pace ed alla tranquillità naturalmente non può che seguire l'ebbrezza del combattimento (incruento)e della gherra. Così gli opliti si affrontano a colpi di spade, i guerrieri eseguono l'antico rito dell'ordalia, estraggono i pugnaletti gammati e si lanciano in un duello elaborato ed affascinante, il bronzo tintinna sotto i rapidi colpi dei fendenti, le movenze sono fluide e pulite.
Al timore di compromettere mesi, anni, di duro lavoro sulle repliche, è prevalso lo spirito guerriero. Per cui pazienza se qualche scudo si spaccherà, pazienza per le dentellature sulle spade. Si passerà di nuovo la cote e tutto sarà come prima.
L'emozione unica di poter provare dopo così tanti millenni quello che doveva essere la tipologia di combattimento dei guerrieri nuragici è stata più forte di qualsiasi timore, per cui sotto con spade e bastoni! I lividi si curano, e gli oggetti si ricostruiscono! Ma un nuovo primato finalmente può essere aggiunto alla nostra lista di soddisfazioni personali. Esser stati ancora una volta i primi ad eseguire questi combattimenti (in una manifestazione ed in un contesto degno di nota) è un orgoglio che non può essere descritto.
"Avevo visto sempre questo posto come un qualcosa d'immbile, ma oggi l'ho visto rinascere, con voi dentro l'ho visto rivivere"
Forse sono queste le parole che più mi hanno colpito in tutti i discorsi che ho sentito, le parole di uno degli organizzatori-scultori che hanno (sotto la direzione dell'artista Giovanni Argiolas) riprodotto le dozzine di statue, ed i diversi edifici a grandezza reale (o quasi) tra pozzo nuragico, capanna delle riunioni, tomba dei giganti...ed un inizio di nuraghe (con tanto di manovalanza immobilizzata nel gesto di spostarei massi ciclopici).
Il parco di Giovanni Argiolas per questi aspetti, e per l'incredibile ricchezza di monumenti che può offrire (alla Brigata Bassari, a Papa Giovanni Paolo II...eccetera) merita sicuramente una visita.
Quanto a noi, abbiamo aggiunto qualche altra tacca sulle nostre spade, e sul nostro taccuino di soddisfazioni personali.
Alla prossima!
Salude e trigu
Tra queste suggestive rappresentazioni d'un era dimenticata, qualcosa si muove,
qualcosa torna a vivere. Ed ecco che tra un capo tribù, pietrificato nel gesto del saluto, passa un oplita "nuragico" in carne ed ossa. Si siede, prende l'askos colmo di vino (un cannonau del 1600 a.C.?) e ne versa il contenuto ad altri due guerrieri seduti nella capanna delle riunioni. Un altro guerriero, con caschetto ad ogiva, sopraggiunge di lì a poco, dopo il veloce saluto, seguono poche laconiche parole;
Bisogna onorare gli dei, è tempo di eseguire il rito dell'infissione delle spade.
Così, dopo qualcosa come 2800 anni, rinascono i guerrieri Nuragici. Non solo per far vedere come erano vestiti, e cosa usavano, ma come combattevano, come vivevano e morivano.
Una finestra aperta sul passato, un mondo che si apre.
Alla pace ed alla tranquillità naturalmente non può che seguire l'ebbrezza del combattimento (incruento)e della gherra. Così gli opliti si affrontano a colpi di spade, i guerrieri eseguono l'antico rito dell'ordalia, estraggono i pugnaletti gammati e si lanciano in un duello elaborato ed affascinante, il bronzo tintinna sotto i rapidi colpi dei fendenti, le movenze sono fluide e pulite.
Al timore di compromettere mesi, anni, di duro lavoro sulle repliche, è prevalso lo spirito guerriero. Per cui pazienza se qualche scudo si spaccherà, pazienza per le dentellature sulle spade. Si passerà di nuovo la cote e tutto sarà come prima.
L'emozione unica di poter provare dopo così tanti millenni quello che doveva essere la tipologia di combattimento dei guerrieri nuragici è stata più forte di qualsiasi timore, per cui sotto con spade e bastoni! I lividi si curano, e gli oggetti si ricostruiscono! Ma un nuovo primato finalmente può essere aggiunto alla nostra lista di soddisfazioni personali. Esser stati ancora una volta i primi ad eseguire questi combattimenti (in una manifestazione ed in un contesto degno di nota) è un orgoglio che non può essere descritto.
"Avevo visto sempre questo posto come un qualcosa d'immbile, ma oggi l'ho visto rinascere, con voi dentro l'ho visto rivivere"
Forse sono queste le parole che più mi hanno colpito in tutti i discorsi che ho sentito, le parole di uno degli organizzatori-scultori che hanno (sotto la direzione dell'artista Giovanni Argiolas) riprodotto le dozzine di statue, ed i diversi edifici a grandezza reale (o quasi) tra pozzo nuragico, capanna delle riunioni, tomba dei giganti...ed un inizio di nuraghe (con tanto di manovalanza immobilizzata nel gesto di spostarei massi ciclopici).
Il parco di Giovanni Argiolas per questi aspetti, e per l'incredibile ricchezza di monumenti che può offrire (alla Brigata Bassari, a Papa Giovanni Paolo II...eccetera) merita sicuramente una visita.
Quanto a noi, abbiamo aggiunto qualche altra tacca sulle nostre spade, e sul nostro taccuino di soddisfazioni personali.
Alla prossima!
Salude e trigu
Una notte al museo
Il domine della villa non trova pace, è stizzito, si rivolge agli dei, impreca, "ho speso montagne di sesterzi per dare al mio giovane figlio una cena d'addio degna di questo nome, prima della partenza che lo vedrà unirsi al glorioso esercito di Roma, partenza che forse me lo strapperà per sempre, e questo è tutto quello che riuscite a fare??"
Il centurione Quinto valerio Orca, forse troppo brillo per ricordarsi del suo grado, impugna un timpano, e suonando con grande trasporto, esclama: "posso anche ballare, se volete, amico mio!"
E quindi via, suonano i flauti e si danza... a ritmo di musica!
I pittori continuano a imprimere sulle pergamene le immagini del giovane guerriero, i servi portano le più svariate pietanze, gli immancabili intingoli e salsine che tanto caratterizzano la cucina romana!
Ma noi ci allontaniamo da questo quadro suggestivo, in cui suoni ed odori ci confondono i sensi.
Chiudiamo la porta sul passato e ci spostiamo in un altra sala. Un Ausiliario della Coorte Secunda di Sardi ci spiega il funzionamento di un enorme macchina da guerra, una ballista, sorta di gigantesco mezzo d'artiglieria dell'antichità;
Antonello Fadda (è questo il suo nome reale, sotto quello di Antonius Primus Valens) ci spiega anche le diverse tipologie di Elmi ed armature presenti nella sala. Viene dedicato un piccolo spazio anche alla descrizione di diverse parti d'una panoplia Nuragica, nuovo argomento rievocativo esplorato con perizia dall'associazione Memoriae Milites.
Ora è tutto più chiaro, abbiamo diradato quel sottile velo che divide il mondo moderno da quello antico. Abbiamo ballato con sublimi danzatrici, assaggiato squisite pietanze (Cucinate dall'associazione dei Cavalieri dell'Antica Locanda, sotto la direzione del presidente Gianni Cannas) ascoltato spiegazioni affascinanti e visto armamenti del tempo antico, Romani e non.
Un nuovo aspetto ludico-ricreativo esplorato dall'associazione. Un evento che per una serata, ha rianimato i silenziosi corridoi del vecchio palazzo civico, con i suoi diorami dimenticati nel sottosuolo, con i pozzi e le vestigia dell'antica città di Karales, che riposa, dimenticata, sotto il frenetico velo di modernità d'un inconscia città marittima al centro del mediterraneo occidentale.
giovedì 11 giugno 2009
La Memoriae Milites produce!
Nell'aula magna del liceo, le sedie sono gremite di ragazzi.
L'oratore (il Dottor Pierluigi Piludu) sta attendendo di iniziare la sua spiegazione. I ragazzi sono agitati. Forse non hanno voglia di sentire l'ennesima lezione della giornata.
Ma il Dottor Piludu ha, oltre all'abilità d'oratore, un altro asso nella manica. Con l'alternarsi d' insegne e gonfaloni, riesce a tenere incollati alla sedia i ragazzini recalcitanti. Non vuole mostrare ancora tutte le carte, i ragazzi potrebbero distrarsi,e lui questo non può certamente permetterselo.
Dopo un intensa spiegazione, una lezione extraordinaria d'incredibile trasporto, ecco che viene calato il poker d'assi. I militi in armatura medioevale, dell'Aragona e del Giudicato d'arborea fanno la loro comparsa. I ragazzi si perdono nell'ammirare le armature d'anelli metallici e le spade sempre lucide. Non sono certo le figure a cui sono abituati, finzioni dettate dalle esigenze cinematografiche e dalla libertà del fantasy più spinto. Sono i soldati che sono vissuti al tempo dei Giudici e dei castelli, forse meno affascinanti di qualche attore hollywoodiano, ma sicuramente veritieri in ogni particolare.
L'oratore (il Dottor Pierluigi Piludu) sta attendendo di iniziare la sua spiegazione. I ragazzi sono agitati. Forse non hanno voglia di sentire l'ennesima lezione della giornata.
Ma il Dottor Piludu ha, oltre all'abilità d'oratore, un altro asso nella manica. Con l'alternarsi d' insegne e gonfaloni, riesce a tenere incollati alla sedia i ragazzini recalcitanti. Non vuole mostrare ancora tutte le carte, i ragazzi potrebbero distrarsi,e lui questo non può certamente permetterselo.
Dopo un intensa spiegazione, una lezione extraordinaria d'incredibile trasporto, ecco che viene calato il poker d'assi. I militi in armatura medioevale, dell'Aragona e del Giudicato d'arborea fanno la loro comparsa. I ragazzi si perdono nell'ammirare le armature d'anelli metallici e le spade sempre lucide. Non sono certo le figure a cui sono abituati, finzioni dettate dalle esigenze cinematografiche e dalla libertà del fantasy più spinto. Sono i soldati che sono vissuti al tempo dei Giudici e dei castelli, forse meno affascinanti di qualche attore hollywoodiano, ma sicuramente veritieri in ogni particolare.
martedì 2 giugno 2009
Storia della ricostruzione Nuragica
Dedico questo post a quanti cercano di "rivendicare un primato" che non gli appartiene;
Spero che questo vi faccia riflettere due volte prima di scrivere.
Il PDF che allego tramite il sito MegaUpLoad è ricco di immagini al riguardo.
Completa in qualche modo questa breve lista, visto che il blog non rende possibile l'inserimento di più immagini nel post.
A quanti hanno già proposto studi sull'argomento, e non si sono visti includere in questa lista,
vorrei dire che è un lavoro fatto dal sottoscritto dopo lunghe ricerche,
e se non vi ho incluso è solo per mia ignoranza,
e non per secondo fine.
Vi prego dunque di mandare il materiale (che documenti con chiarezza la data di pubblicazione dei vostri lavori)
alla mia E-Mail, oppure facendomelo presente sul Blog.
Provvederò ad inserirvi quanto prima.
(PDF in pubblicazione. Stiamo lavorando per voi...)
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